CIAO! COSA CERCHI IN VALTELLINA?

20/04/2024

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Un bicchiere tira l'altro

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BLOG | 31/05/19

E’ successo di nuovo. Mi sono fatta trascinare in una nuova degustazione di vini.

Ci sto prendendo gusto.

Questa volta però non erano vini valtellinesi ma siciliani.

Una serata organizzata da Peter Food & Wine a Sondrio a cui mi hanno invitato.

O sto simpatica alla gente o mi hanno presa per un’ubriacona… (chissà).

Mi sono portata un’amica perché mi piace condividere questo tipo di esperienze.

La mia conoscenza dei vini siciliani si limitava al Marsala (che non è proprio un vino) e al Nero D’Avola quindi ignoranza quasi assoluta.

L’azienda che quella sera proponeva i suoi prodotti tra cui l’olio d’oliva, era la Mandrarossa.

Ho degustato 2 bianchi, 3 rossi e 1 bianco da dessert.

Come sempre non è facile da spiegare a parole quello che si assaggia, anche perché la cosa è molto soggettiva, il palato di ogni persona è diverso e i gusti percepiti differenti.

A furia di assaggiare, sempre da non intenditrice, apprezzo il profumo.

Prima di assaggiare il vino, di qualsiasi tipo, annuso la fragranza e ho scoperto che sono davvero diverse e ti fanno pregustare sapori anche solo con il loro aroma.

Il primo bianco assaggiato, Urra di Mare lo ricordo in modo particolare perché il suo profumo mi ricordava il classico spumante dolce, tipo moscato.

Immaginavo quindi di bere qualcosa di simile, tranne poi scoprire che si trattava di un vino bianco consigliato con il pesce. 

La particolarità erano le note di agrumi, menta e basilico.

Se dicessi che ho sentito questi sapori, racconterei una bugia e sapete che invece racconto ciò che in effetti vedo e sento.

Posso affermare che il gusto era molto diverso rispetto ai bianchi che ho assaggiato fino a quel momento e il profumo mi ha ammaliato prima ancora del gusto.

Ci hanno servito poi un altro bianco, il Santannella, che però non mi è piaciuto come il primo.

Sono seguiti 3 rossi: Timperosse, Cavadiserpe l’ultimo dei quali il Nero D’Avola che mi ricordava un po’ la Valtellina perché più corposo.

Rispetto ai vini valtellinesi ho notato, nonostante avessero mediamente una gradazione alcolica di 13,5 % vol, che non si sentiva quanto fossero forti.

Fino al momento di alzarsi in piedi…

Tra un vino e l’altro ci hanno spiegato le zone di provenienza, i tipi di vitigni, la lavorazione e la conservazione di questo vino siciliano proveniente dalla zona di Menfi, ideale per la coltivazione della vite proprio per la situazione  climatica particolarmente favorevole.

Il vino siciliano fino a qualche anno fa non era così apprezzato, la produzione guardava alla quantità e non alla qualità, come spesso accade.

Poi c’è stato un giro di vite (gioco di parole…) e Mandrarossa ha deciso di affinare la coltivazione di alcuni vitigni autoctoni più prestigiosi e puntare invece sulla particolarità e l’eccellenza, questo grazie a tanta sperimentazione in vigna e all’aggiunta di nuovi vitigni coltivati per la prima volta sull’isola e proprio in queste zone.

Le condizioni ambientali, la posizione, il clima secco e asciutto, le brezze marine, l’influenza del mare e le escursioni termiche tra il giorno e la notte sono tutti elementi favorevoli per vigneti salubri e uve di alta qualità.

Tante varietà di vitigni in diverse zone ampiamente abbagliate dal sole rendono questi vini speciali e con pochi solfiti artificiali (con una soglia molto inferiore a quella consentita dalla legge) dato che l’uva in questo caso abbonda di quelli naturali.

E dato che spesso i vini provocano emicrania proprio per l’abbondanza di solfiti, ecco che questi sono esentati quasi totalmente da tutto ciò. E posso confermarlo, avendoli assaggiati di persona ed essendo io soggetta ad emicrania da solfiti (quando mi capita di assaggiare vino non buono) posso garantire.

Oltre ai vini abbiamo degustato anche l’olio prodotto dalla medesima azienda. 3 diverse qualità che versate sulle fette di pane esaltavano la delicatezza, piuttosto che un leggero pizzicore, oppure il gusto intenso.

Per “ammortizzare” i vari vini, dalla cucina è uscito un piatto di polenta e spezzatino che abbiamo gustato con tanto piacere…quasi quanto quello per i vini.

E per finire la serata un grandioso bianco da dessert Caladeitufi ci ha estasiato e tagliato definitivamente le gambe…

Devo dire che andava giù come il rosolio (hai mai sentito questo detto?)

Insomma quasi 3 ore a degustare, seduti al tavolo con gente che non conoscevamo, a scambiarci opinioni, pareri, battute.

Una serata diversa dal solito dove oltre al piacere di assaporare e gustare nuovi sapori e profumi, riscopri ancora una volta il piacere di socializzare, chiacchierare dal vivo, vedere le persone in faccia.

Lo ripeto spesso. Questo per me ha valore più di ogni altra cosa. Potevamo bere anche l’oro colato che la cosa più importante restava la ricchezza umana nell’incontrare la gente e farci uscire dall’isolamento che spesso i social ci hanno imposto e abbiamo tacitamente accettato.

Inutile dire che Peter e Arianna, con la loro accoglienza e simpatia, hanno organizzato di tutto punto la serata, trasformando il loro locale per una qualche ora,  con delle grandi tavolate. Erano al completo, 40 persone curiose e desiderose di provare qualcosa di nuovo che sono rimaste davvero soddisfatte.

Mai dare per scontato nulla, a volte le cose possono piacere e a volte no.

Ma se non si assaggiano, se non si prova non si potrà mai sapere.

Io mi diverto sempre di più a trovarmi in queste situazioni perché è sempre una crescita personale, sia conoscere nuova gente che conoscere realtà, sapori e profumi a me sconosciuti.

Insomma mi piace osare e uscire dalla monotonia.

Spesso da Peter Food e Wine si organizzano degustazioni di vini e ti invito a partecipare almeno una volta. Se segui gli aggiornamenti di Calendario Valtellinese non ti sfuggirà nulla.

Alla prossima degustazione. Parola di una blogger valtellinese al 100% che racconta esperienze ed emozioni vissute direttamente.

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