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Spesa sospesa in Valchiavenna

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03/06/20

In Valchiavenna arriva la “spesa sospesa” per le persone del territorio che si trovano in difficoltà. L’emergenza sanitaria del Covid-19 è diventata emergenza economica e sociale.
La Valchiavenna risponde con generosità stringendosi attorno ai suoi cittadini più vulnerabili e facendo vedere il volto migliore e solidale delle sue comunità.

L’iniziativa della “spesa sospesa” è promossa dalla cittadinanza di Verceia, dal Centro di Servizio per il Volontariato Monza Lecco Sondrio e dall’Alimentari di Gallegioni Giulio di Verceia in collaborazione con la locale Protezione Civile e la Caritas parrocchiale di Mese.

Come funziona?

Chi vuole aiutare le persone della propria comunità che si sono trovate in difficoltà economica in questo periodo di emergenza potrà acquistare presso l’alimentari di Gallegioni Giulio a Verceia una “spesa sospesa” per loro.
Lo potrà fare in due modi:

  • -  acquistando direttamente i prodotti non deperibili che si vuole donare (scegliendo tra scatolame, latte a lunga conservazione, pasta, riso, sale, zucchero, olio, alimenti per la colazione, prodotti per la casa, per l’igiene delle persona e alimenti per neonati) pagando e lasciando in negozio quanto acquistato;

  • -  chiedendo al negoziante di poter donare uno dei “box” (una scatola di prodotti già preparata) di un valore prestabilito che può essere di 10 euro, 20 euro ecc. e pagarlo semplicemente in cassa.

I beni raccolti presso il negozio saranno conferiti dai volontari della Protezione Civile presso l’Ufficio di piano di Chiavenna e presso il Centro distribuzione viveri della Caritas parrocchiale San Vittore di Mese per essere distribuiti alla popolazione bisognosa della Valchiavenna.

Grazie dagli organizzatori a tutte le persone che contribuiranno all’iniziativa.

Chi fosse interessato a beneficiare della “spesa sospesa” può rivolgersi al Centro di Ascolto Caritas Valchiavenna telefonando al 331 1684069.

Com’è nata l’iniziativa?

E’ iniziato tutto per caso... o forse no. Da pochi giorni a Verceia, in un piccolo negozio di alimentari, ha preso il via un’iniziativa che promuove la “spesa sospesa” a beneficio di persone e famiglie della comunità della Valchiavenna che l’attuale situazione sanitaria - con tutte le nefaste conseguenze socio-economiche che ne derivano - ha spinto fin sull’orlo di una povertà tanto inimmaginata quanto allarmante.

“Il pensiero che sta alla base dell’iniziativa è molto semplice, e sempre più diffuso in mille forme differenti un po’ ovunque – sottolinea Claudio Copes, operatore del Centro di Servizio per il Volontariato Monza Lecco Sondrio – c’è chi non può (o non può più) permettersi persino l’acquisto di generi alimentari di consumo quotidiano. Quindi chi può, accetta di aggiungere alla propria spesa personale degli alimenti che non porterà a casa: li lascerà in negozio affinchè chi ne ha bisogno possa prenderli per sè. Gratuitamente. La generosità degli avventori non manca: in questo periodo se c’è qualcosa che ha prolificato oltre al virus, fortunatamente, è la solidarietà”.

Ma per renderla efficace servono anche delicatezza e un’organizzazione di rete.

“Immaginiamo per un attimo di trovarci nei panni di chi “non può”. Immaginiamo di trovarci in questa condizione da oggi. Solo ieri il problema non si poneva. Non ci definivamo “ricchi”, neanche ieri, ma non ci mancava il necessario: dal negozio uscivamo solo dopo aver pagato di tasca nostra – racconta Claudio Copes – . Oggi no, in negozio non ci entriamo nemmeno, e se tanta vergogna ci procura il pensiero di non poter comprare nulla, figuriamoci entrare per portarci a casa qualcosa che altri hanno pagato per noi. Che cosa potrebbe pensare la gente?

Difficile ammetterlo, ma questo modo di pensare è tenacemente radicato in noi: la vulnerabilità come colpa, foriera di vergogna e non, piuttosto, come attributo fondamentale della natura umana. E se ciò vale in generale, il problema può porsi in maniera molto più evidente in un territorio (la Valchiavenna appunto) suddiviso in comunità composte per lo più di pochissime migliaia di abitanti ciascuna. Tutti si conoscono, ed è per questo che bisogna essere ancora più attenti a non lasciar trapelare le difficoltà: la gente si è già fatta una chiara immagine di noi. Restituirne un’altra, anche involontariamente, desterebbe troppo scalpore”.

Per superare l’ostacolo è necessario che chi ne ha bisogno possa avere garantite riservatezza e dignità. Perciò, con il sostegno del Centro di Servizio per il Volontariato Monza-Lecco-Sondrio l’iniziativa si è allargata ed ha trovato la generosa collaborazione di altre realtà del territorio che da sempre hanno a che fare con queste difficoltà e che, a vario titolo, si sono spese e si spendono per offrire sostegno alle comunità locali, non solo ai tempi del Covid-19. Volontari della Protezione Civile hanno offerto la propria disponibilità nel trasporto settimanale dei viveri dal negozio di alimentari di Verceia al Centro distribuzione viveri della Caritas parrocchiale San Vittore di Mese che, come da molti anni a questa parte, si occupa della redistribuzione di alimenti alle persone più bisognose.

“Un seme di solidarietà è germogliato in un piccolo paese, è stato curato, diverse organizzazioni lo hanno accolto e fatto proprio con buona volontà e propensione alla collaborazione. Un ottimo esempio di welfare generativo e di lavoro di rete volto semplicemente a rendere possibile e realizzabile ciò che una comunità solidale normalmente persegue – conclude Copes - Con la speranza che questo sia solo l’avvio, ben al di là dei problemi contingenti, di una serie di buone pratiche e di una rete strutturate ed estese a molti altri contesti”.

E’ iniziato tutto per caso... o forse no. E’ iniziato da un’offerta di denaro fatta da cittadini ad un piccolo negozio di alimentari per i più bisognosi, da una precisa volontà di fare qualcosa in un periodo in cui la vicinanza all’Altro ha potuto esprimersi in pochi altri modi. Ironia della sorte, a cercare di offrire sollievo alle tante vite sospese dai virus Corona e da “[...] quello dell’egoismo indifferente” (cit. Papa Francesco) ora c’è una spesa... sospesa.