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Un trampolino d'oro

24/03/23

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EVENTI IN Sondrio

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Un trampolino d'oro

mostra a Sondrio presso Palazzo Pretorio 

13-24 marzo 

Quel modo di saltare, a sci uniti, come ora non si fa più, li faceva assomigliare ad “aquile a caccia di invisibili prede”, dal titolo enfatico di un giornale sportivo di allora.

L’attrezzatura così primitiva e la naturalezza con cui affrontavano i rischi di uno sport ancora embrionale, regala loro un’aurea di eroismo e li rende dei veri campioni ai nostri occhi. 

Oggi il salto con gli sci è una disciplina estremamente tecnica, praticata sotto la vigile osservazione di uno staff che controlla ogni dettaglio, dal peso del saltatore ai suoi gesti, dall’attrezzatura alle sfumature del vento, ma negli anni quaranta e cinquanta del ‘900 gli sportivi come Aldo Trivella si può dire che si “autogestivano”. 

Questo aspetto pionieristico è forse il più affascinante di tutti. Il campione protagonista di questa storia era nato e cresciuto in Svizzera perché i suoi - padre bergamasco, madre della Valmalenco – erano emigrati a Saint Moritz per lavorare.

E questo dato anagrafico non è da sottovalutare, il primo “incontro” con un trampolino pare sia avvenuto lì, esiste una foto di lui bambino che mima i suoi futuri voli d’angelo. In Italia il salto con gli sci non è mai stato promosso a sufficienza, scarseggiavano e scarseggiano i trampolini, non c’è una politica di “reclutamento” fra i ragazzi. 

Trivella era un coraggioso e un uomo integro, come dimostrò nella seconda parte della sua vita, quando da semplice bidello alle scuole medie di Chiesa in Valmalenco, divenne un punto di riferimento per molti ragazzi degli anni ’60. Della sua carriera di campione non parlava quasi mai, ebbe invece modo di farsi apprezzare da molte persone del luogo sotto l’aspetto puramente umano. 

Ma se si vanno a vedere i risultati, diventa chiaro che Trivella fu un grande saltatore, lo dimostrano i tre ori, i cinque argenti e il bronzo ottenuti ai campionati italiani tra il 1947 e il 1955. Smise quando stava primeggiando nelle classifiche nazionali, scelse di dedicarsi alla sua vita privata anche se per qualche tempo allenò ancora la squadra italiana. 

Con la sua figura vogliamo raccontare anche la storia di uno sport poco conosciuto e di campioni di una tempra speciale, che di certo non si arricchivano ma facevano sognare il pubblico.

La nostra mostra, grazie al prezioso apporto della nipote Carolina e alla consulenza affettiva di suo padre Enrico, apre uno squarcio anche sul Trivella più intimo, sulla storia di un uomo che non ha avuto una vita facile ma può essere preso ad esempio per la sua determinazione, per la sua modestia, per il suo carattere forte e al tempo stesso gentile. 

Nella versione sondriese della mostra abbiamo voluto omaggiare anche altri due saltatori che hanno gravitato sul territorio valtellinese, Luigi Pennacchio, la cui carriera è andata quasi in parallelo con Trivella, con un nutrito medagliere e Edy Bibbia, di Bianzone, fratello del più famoso Nino. E un campione nello sci di fondo, il malenco Tony Schenatti, tutti sportivi autentici, accomunati da un sentimento fondamentale: la passione. 

 

Curatrici Roberta Folatti e Carolina Trivella con la collaborazione di Anselmo Fontana e Tiziano Traversi 

La mostra si terrà a Palazzo Pretorio di Sondrio, la sede del Comune.

Inaugurazione lunedì 13 marzo 2023, alle 18.00, seguirà rinfresco 

La mostra proseguirà sino al 24 marzo,  per informazioni: Roberta Folatti artechemiattraversa@gmail.com


Qui il calendario completo degli eventi in Valtellina e Valchiavenna --->  http://bit.ly/2TZskCR

Sondrio 23100 SO